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Giornata del Ricordo

È d’obbligo una riflessione sullo scorso 10 febbraio, giornata del ricordo delle vittime italiane, infoibate dalle truppe titine, nel disinteresse internazionale, dopo la fine della seconda guerra mondiale.  Nei vari eccidi che si susseguirono in quegli anni e che portarono all’esodo Giuliano Dalmata (ma non solo), furono coinvolti oltre ai cittadini italiani anche cittadini di nazionalità slovena e croata, col fine di eliminare tutti gli oppositori, anche solo potenziali, del costituendo regime comunista Jugoslavo. Negata prima e strumentalizzata dopo, questa memoria non è solo la storia di una parte di italiani, ma rappresenta una memoria che deve diventare patrimonio di tutti, esattamente come avviene per la “giornata della memoria” del 27 gennaio.

Chi non riconosce l’importanza di fare i conti con la storia, o ancora la rifiuta, si dimostra sempre più inadeguato a vivere in una comunità, in questo tempo.

Se non si arriva a comprendere il vero valore del ricordare la storia, non si potrà mai superarla evitando di ripeterne continuamente gli errori e gli orrori.

Conoscere la storia non vuol dire solo conoscere i fatti e la cronaca degli eventi, ma capire le condizioni e le dinamiche che hanno portato tutta la società ad accettare, assecondare o non contrastare quello che stava succedendo sotto gli occhi di tutti. E la storia si sta ripetendo, uguale, anche ai giorni nostri, contemporaneamente in più parti del mondo. Il che è un chiaro segno della nostra immaturità e ipocrisia.

Gandhi ha detto “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Nessuno è escluso.

Nel nostro piccolo, nella Città di Fondazione di Fertilia, abbiamo iniziato col riunire in sinergia tutto il potenziale già esistente e costituito dalle varie Associazioni presenti e operanti nel territorio. Per la prima volta a Fertilia si lavora in accordo, ci si confronta e si superano le divergenze, grazie al desiderio comune di perseguire il bene della Comunità. Non c’è spazio, invece, per chi cerca la divisione o le sterili polemiche.

Anche i rapporti con l’Amministrazione Comunale, da un po’ di tempo, si stanno delineando in modo più chiaro e onesto in un clima di partecipazione e ascolto che per troppo tempo (e a causa di qualche figura inadeguata) non si era raggiunto.

Naturalmente avere “fiducia” non significa “affidarsi” e questo per noi è assolutamente chiaro e sarà la nostra linea di condotta sia a livello Comunale che Regionale.

Fertilia e l’Arenosu hanno ancora troppi capitoli aperti relativamente ai beni immobili, alle manutenzioni stradali, agli impianti, all’economia delle aziende locali e tanto altro.

Certi del nostro ruolo, saremo pronti a portare all’attenzione dei singoli amministratori e dei singoli uffici le nostre esigenze, chiarendo, dichiarando e denunciando ogni promessa ancora non mantenuta.

In questi giorni di clima elettorale, si sentono molte dichiarazioni, alcune degne di nota, altre talmente assurde da mettere in risalto il gravissimo livello di scollamento di alcuni politici dalla realtà e dalle esigenze del territorio. Ricordiamo che la maggior parte dei beni di Fertilia che appaiono abbandonati e in rovina sono di proprietà della Regione e rappresentano la diretta conseguenza di decenni di incapacità gestionale a livello Regionale. La nostra richiesta principale è che ogni amministratore dimostri di avere le capacità e il coraggio di stabilire un vero rapporto con le varie Comunità di cui si occupa e che finalmente si realizzino processi decisionali partecipati che non appaiano più come ridicoli scimmiottamenti di quello che tale approccio prevede.

CdQ Fertilia-Arenosu
il presidente
Arch. Luca Rondoni